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lunedì 23 maggio 2011

L'architetto Frank Harmon sui falsi miti del design sostenibile 


Il noto architetto americano Frank Harmon smonta quelli che lui chiama i falsi miti sul Design sostenibile. Solo 10 anni fa, al design sostenibile veniva riconosciuto soprattutto il merito di avere un minore impatto ambientale grazie ad alcune sue prerogative come l'utilizzo di materiali da costruzione disponibili localmente o di materiali riciclati capaci di apportare insieme un risparmio di risorse ed una riduzione dell'inquinamento dovuto ai trasporti.
Oggi il "green design" è apprezzato e riconosciuto per il risparmio di costi che permette con la realizzazione di edifici che non consumano grandi quantità di energia.
Eppure esistono ancora dei falsi miti da sfatare sulla progettazione sostenibile che pervadono il pubblico dibattito, offrendo a persone, costruttori edili e corporazioni varie comode "scuse" per continuare ad ignorare la necessità di una progettazione sostenibile. Frank Harmon, già impegnato su questo terreno da ancora prima che si parlasse di “green design” è un leader riconosciuto a livello nazionale nel campo dell'architettura sostenibile che applica in ogni singolo progetto che intraprende.
Recentemente gli è stato chiesto quali sono, a suo parere, i pregiudizi più comuni sul design sostenibile e Harmon ne ha indicati alcuni seguiti dal suo commento che spiega perchè questi miti andrebbero demoliti una volta per tutte.

Mito nr. 1: costruire edifici sostenibili richiede l'applicazione di tecnologie complesse e hardware “esotico”.
FH: "La decisione più importante da prendere per avere un edificio sostenibile è quella riferita al suo orientamento. Va quindi valutata la sua esposizione rispetto alla luce naturale, rispetto alla ventilazione naturale della zona, e ancora come il suo orientamento possa attenuare l'effetto dei freddi venti invernali. Gli agricoltori hanno da sempre praticato una progettazione sostenibile per le loro case e fienili, seguendo una scelta quasi obbligata e guidata dal buon senso, senza rendersi conto di cosa stessero facendo”.

Mito nr. 2: per costruire edifici sostenibili sono necessari materiali inediti e costosi.
FH: "E' l'utilizzo efficace e senza sprechi che si fa dei materiali disponibili a livello locale a determinare la sostenibilità degli edifici. A seconda della località si usa tra il legname disponibile quello più adatto. Oltre il 75% di ciò che rende un edificio sostenibile è racchiuso nel suo orientamento, nel suo scheletro e nei materiali con cui è costruito, non c'è nulla di insolito o di alta tecnologia”.

Mito nr. 3: la sostenibilità degli edifici sono costosi.
FH: "Gli edifici eco-compatibili costano come gli altri, sempre se si considera l'orientamento e l'utilizzo di determinati materiali. Il risparmio che deriva dalla riduzione dei costi energetici ne giustifica da solo la scelta. L'uso della ventilazione e dell'illuminazione naturale fornisce già un notevole risparmio. Se poi si installano pannelli solari e sistemi che riducono il flusso dell'acqua nelle docce e nei servizi igienici le bollette dell'energia elettrica e dell'acqua possono essere drasticamente ridotte".

Mito nr. 4: gli edifici sostenibili sono bizzarri nell'aspetto.
FH: " Non è così, una casa sostenibile è piena di luce, aperta verso l'esterno, piena di aria fresca, e costruita con materiali naturali. Ci sono edifici sostenibili costruiti anche dai nostri antenati, che noi ancora oggi amiamo: case basse, mulini del XIX secolo e vecchi casali”.

Mito nr. 5: anche se costruissi una casa, un ufficio o una scuola sostenibile, non farà alcuna differenza sul consumo di energia globale.
FH: "Non è così in quando il 40% dell'energia utilizzata in America oggi è consumata dagli edifici, e in una percentuale più alta rispetto al consumo complessivo di tutto il sistema dei trasporti (automobili, aerei, camion, ecc.). Gli edifici messi insieme consumano anche il 30% dell'acqua disponibile e il 25% di tutti i nostri prodotti in legno. Quindi, se si vuole fare la differenza, gli edifici sono il posto migliore per iniziare e avere allo stesso tempo un luogo più piacevole in cui vivere e lavorare ".

Fonte: http://www.frankharmon.com

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