" Il blog di chi vuole ripensare l'usa e getta, trovare alternative sostenibili e condividerle con gli altri prendendosi cura del proprio territorio"


firma la petizione



mercoledì 21 marzo 2012

Il blog sospende le pubblicazioni

Il nostro blog sospende le pubblicazioni ma l'attività continua sul sito di Porta la Sporta e sul profilo facebookGrassetto.

FIRMA LA NOSTRA PETIZIONE PER METTILA IN RETE!!!!

lunedì 23 gennaio 2012

Ministro-bidone è l’ideale per il compost

di Annalisa Tancredi

Lo humor inglese è davvero spietato. A quanto pare i Britannici non hanno la minima paura di risultare offensivi o oltraggiosi e continuano a punzecchiare i politici italiani con la loro tipica ironia tagliente e freddante. Sarà bene dotarsi di una buona dose di sarcasmo e abbandonare qualsiasi atteggiamento di permalosità o nazionalismo per comprendere l’idea made in England di denominare un’intera linea di bidoni della spazzatura con i nomi dell’esecutivo Berlusconi. Dopo il quiz francese con le domande sull’ipotetico partito “Forza Gnocca” e la promozione dei prodotti tipici italiani come la pizzeria “Bunga bunga” a Londra, l’azienda Primrose battezza i bidoni per il compost da giardino con i nomi degli (ex)ministri italiani. Come la raccolgono loro non la raccoglie nessuno, i ministri-bidoni ci sono tutti e in varianti divertenti e funzionali: c’è il più piccolo Renato, in versione mini-recipiente controlla odori per il compost, o ancora il leghista Umberto in veste di “cono verde” mangia rifiuti che trasforma gli scarti alimentari in acqua e anidride carbonica. Angelino, Ignazio e Giulio sono rispettivamente un informale secchio per il compost in acciaio inox, un inceneritore zincato da giardino e un comodo separé in nocciolo per nascondere le pattumiere. Per il comparto femminile delle ministre, l’azienda è ricorsa ad un design dalle linee più ingentilite come per Mara, l’elegantissima pattumiera dalle colonne in marmo bianco e per Giorgia, compatta e zincata dal design moderno e giovanile. Infine non poteva mancare il ministro per l’ambiente Stefania in versione super natural con una simpatica compostiera da giardino ad alveare gradevole anche solo come ornamento che potete ammirare nell'immagine sopra.

L’effetto virale è stato inarrestabile di fronte a tale ironia e l’azienda ha potuto beneficiare della pubblicità gratuita degli utenti che solo su Facebook hanno condiviso la notizia oltre 8 mila volte; ma la questione è molto più seria dato che tali personaggi sono stati nominati per governare il nostro paese alle ultime elezioni del 2008. Le reazioni sono state molteplici, c’è chi l’ha presa sul personale e si è offeso per l’umiliazione che la politica italiana ha subito da parte degli inglesi, o chi ha reagito con scocciatura e insofferenza all’ennesimo luogo comune sul comportamento degli italiani. In realtà l’azione era mossa chiaramente contro dei personaggi ben identificati e nulla aveva a che vedere con le qualità che da sempre contraddistinguono i nostri illustri connazionali in tutto il mondo.

Quella classe politica ora non è altro che un ricordo del passato e, con tale iniziativa, gli Inglesi ci hanno fornito uno spunto creativo per sfruttare la popolarità di certi personaggi: testimonial di una campagna per la raccolta differenziata e promozione di metodologie di compostaggio. Quale modo migliore di smaltire l’emergenza “rifiuti organici” del nostro paese se non in un popolarissimo bidone col nome di _ _ _ _ _ _ (a voi la scelta).

lunedì 19 dicembre 2011

A Berlino la spazzatura è divertente

Di Irene Gozzellino


Scrive sul proprio sito di sentirsi particolarmente responsabile delle proprie potenzialità persuasive. Ironizza sulla vita quotidiana del cittadino medio, fatta di passeggiate con il cane, mozziconi di sigaretta e rifiuti. E’ divertente e veste sempre di squillante arancione.
Vi presentiamo il servizio di nettezza urbana della città di Berlino, gestito dall’azienda municipale più grande in Europa nel campo dello smaltimento dei rifiuti.

L’azienda si chiama BSR acronimo che sta per Berliner Stadtreinigung, semplicemente “Pulizia della città di Berlino”, ed è stata fondata nel 1951. Oltre che per una efficienza garantita dagli oltre 6000 dipendenti e dai 2000 veicoli a disposizione per la raccolta dei rifiuti, la BSR spicca per capacità comunicative.

Ogni anno le strade della capitale tedesca sono invase da una nuova, divertente campagna pubblicitaria sulla nettezza urbana, che cambia a seconda della stagione. I colori freddi della neve e del ghiaccio contraddistinguono i visual invernali, tonalità più calde evocano invece il sole d’estate. Cambiano le nuance ma non l’obiettivo: trasformare in positivo il bagaglio culturale ed emotivo che ognuno di noi possiede riguardo ai rifiuti e a chi… ce li leva di torno.

Come si può vedere lo spazzino viene rappresentato come un personaggio famigliare: si prende cura della città (la casa di tutti) portando via i sacchi dei rifiuti, esattamente come facciamo noi a casa nostra (lo slogan è “Come a casa…solo che la quantità è maggiore”).

In un'altra immagine vediamo Caterina la Grande, una bambina enorme, che sovrasta come un gigante la città: le sue dimensioni rimandano all’importanza del contributo alla pulizia della città che anche i bambini, imparando, possono dare ora e nel futuro.

Geniali sono poi le immagini pubblicitarie che incitano a buttare i resti organici negli appositi cassonetti dell’umido: accompagnati dalla scritta “La frutta vecchia va nella compostiera”, giocando con l’aggettivo “vecchio” che si riferisce anche all’antichità del quadro, persino opere pilastro dell’arte pittorica si vedono private della frutta e della verdura in esse rappresentate.

In ultimo meritano menzione speciale i cestini per i rifiuti dislocati lungo le strade; dotati di una struttura particolarmente intelligente con foro esclusivamente per lo spegnimento delle sigarette, sono sempre corredati da curiose scritte come “Raccoglitore di CO2” oppure “WOW! WOW! E’ fantastico come lei abbia raccolto i bisogni del suo quadrupede e li abbia smaltiti nel nostro contenitore!”.

Grazie a questa forte campagna di comunicazione, non solo si sensibilizzano i già diligenti cittadini in campo di raccolta differenziata ma, ogni anno, 60000 tonnellate di umido diventano biogas utilizzato dagli stessi mezzi della nettezza urbana.

Il colore della BSR è l’arancione squillante, ed è il caso di dire che, in questo caso, mai arancione è stato più verde.

martedì 22 novembre 2011

Racconta il tuo impatto entro il 31 dicembre




Vi proponiamo di partecipare al "No impact day", un'iniziativa assolutamente in linea con gli obiettivi di riduzione degli sprechi di Porta la Sporta lanciata dal giornale web il Cambiamento in collaborazione con la casa editrice mt0 (Macroticonzero)

L'ispirazione nasce dall'esperienza di Colin Beavan, meglio conosciuto come "No impact man", il giornalista americano che ha vissuto un intero anno a Manhattan seguendo regole ecologiche estremamente rigide raccontate nel documentario No Impact Man, di Laura Gabbert e Justin Schein distribuito in Italia da mt0.

Chi già praticasse quotidianamente delle azioni di riduzione dell'impatto ambientale in famiglia, sul lavoro o fosse promotore di scelte sostenibili all'interno di un'azienda o una comunità è arrivata l'occasione di raccontarlo.

I campi di azione possono spaziare dalla riduzione dei rifiuti o/e dei consumi elettrici, a pratiche di autoproduzione, di orticultura, di mobilità sostenibile, di consumo di alimenti a km0, ecc.

Ai partecipanti si chiede di raccontare una giornata a basso impatto, articolandola in parti – es. mattina, pomeriggio, sera – o per temi – es. cibo, pulizie, mobilità, ecc. – e di farlo attraverso un video della durata massima di 10 minuti (durata consigliata 3/5 minuti) oppure con un testo di lunghezza non superiore alle 8.000 battute, con la possibilità di allegare fotografie. Il termine ultimo per l’invio dei materiali è il 31 dicembre 2011.

I contenuti ritenuti idonei verranno pubblicati sul sito dell’iniziativa. I migliori video e i migliori testi saranno utilizzati rispettivamente per la composizione di un lungometraggio collettivo e di un e-book, che saranno distribuiti online e in occasione di eventi nazionali legati alla promozione di stili di vita sostenibili.

Ulteriori approfondimenti e modulo di iscrizione sul sito dedicato.

mercoledì 2 novembre 2011



di Irene Gozzelino

Il problema dei cambiamenti climatici è ovviamente globale, però non viene ugualmente sentito ed affrontato nei diversi paesi: per esigenze economiche e di sviluppo diverse, per incidenza più o meno marcata delle sue conseguenze, per priorità altre e più impellenti. Se però c’è chi è maggiormente “colpevole” della febbre del nostro pianeta e c’è chi ne è maggiormente vittima, il destino è uno e comune: quello dell’avviarsi inesorabile verso un’epoca di grandi cambiamenti della biosfera, dinnanzi ai quali l’uomo, fra tutte le creature viventi, sembra essere il più vulnerabile. Come manifestare l’allarme e la volontà di agire? Come comunicare in un'unica lingua, se non fatta di uguali parole, fatta di uguali concetti ?

Il progetto Groundring Our Future è stato realizzato per questo: della durata di un anno, finanziato dall’Unione Europea all’interno del programma Youth in Action, ha coinvolto giovani volontari provenienti da Mauritius, Vietnam, India, Italia e Germania e si è concluso il primo ottobre, a Roma, presso la casa dell’Utopia.

Il progetto si è svolto in più fasi: come primo approccio tutti i partecipanti hanno presentato la propria nazione e il relativo punto di vista sui cambiamenti climatici durante dieci giorni di seminario a Karnitz, guidati da personale esperto del KMGNE; a questa fase “preparatoria” né è seguita un’altra, più breve, a Berlino, ed in seguito gli scambi: ogni volontario ha trascorso un mese in un paese coinvolto ospitante dove GOF si è espresso secondo un caleidoscopio di attività quali campagne di sensibilizzazione, seminari, biciclettate.

Il partner italiano è stato il Servizio Civile Internazionale, il cui responsabile del coordinamento nazionale, Roberto Carraro, ha gentilmente risposto ad alcune nostre domande.

Perchè lo SCI Italia ha deciso di partecipare al progetto GOF? Quali erano gli aspetti "attraenti" del progetto?
«Abbiamo pensato il progetto con l'idea di smentire lo stereotipo secondo cui pratiche sostenibili e rispetto per l'ambiente sono una caratteristica solo dei paesi del Nord del mondo. Abbiamo voluto portare avanti un progetto basato sullo scambio orizzontale e reciproco tra nord e sud del mondo, per sentire l'impegno per la giustizia ambientale e climatica come un elemento che ci accomuna anziché divide. Altro obiettivo è stato quello di ricordarci come il sud del mondo sia tragicamente colpito dal riscaldamento globale, pur essendo questo causato sopratutto dai paesi più industrializzati».

Come possono questo tipo di progetti sviluppare consapevolezza nei confronti delle tematiche ambientali più "scottanti" di questo nostro periodo storico?
«Possono farlo nella misura in cui creano partecipazione vera, e vicinanza ad una serie di tematiche da parte di giovani di ogni angolo del pianeta che sono stati attori del progetto e mai spettatori passivi. Questo è stato ciò che abbiamo sempre cercato in Grounding Our Future».

Perché pensi che i prodotti multimediali realizzati e le campagne organizzate nei diversi paesi siano efficaci?
«Perché vivono della partecipazione di chi li ha creati, che li rende attraenti e veri, perché rispecchiano quello che il progetto è stato, come contenuto, come relazioni, come azioni svolte sul territorio».

Per un assaggio di GOF, c’è il video The Proposal che trovate a corredo di questo articolo, per tutto il resto esistono un sito web ed una pagina Facebook.

giovedì 20 ottobre 2011

Staffetta dell’acqua. Di contestazione in contestazione

di Eleonora Anello

Si è concluso il 17 ottobre a Bari la Staffetta dell’Acqua, evento nazionale che ha appassionato un vasto e partecipe pubblico. Partita lo scorso 13 settembre dal Festival dell’acqua di Genova ha attraversato 12 città italiane.

Ai blocchi di partenza come tedoforo - anzi, “idroforo” - il testimonial Pietro Mennea, ex recordman olimpico dei 200 metri piani. Il velocista è arrivato nelle 12 città portando la borraccia della Staffetta, riempita d’acqua in ogni tappa, come simbolico passaggio di testimone tra le realtà coinvolte. Ad attenderlo ad ogni traguardo Marina Senesi, in collegamento quotidiano con la trasmissione radiofonica Caterpillar di Rai Radio Due.

La Staffetta dell’Acqua, promossa da Federutility (la federazione delle aziende idriche ed energetiche italiane), è stata pensata per sollecitare iniziative nei territori in favore dell’acqua di rubinetto e responsabilizzare i cittadini ad un uso corretto e consapevole dell’acqua, risorsa che in Italia può vantare elevati livelli di qualità.

In ciascuna tappa il coinvolgimento diretto dei gestori del servizio idrico delle città ospitanti è stato fondamentale, come previsto dalla campagna. Non è però andato tutto liscio come preventivato. A Reggio Emilia, Firenze ed Ancona l’iniziativa è stata contestata dai comitati per l’acqua pubblica che hanno accusato Federutility di ignorare l’esito dei referendum.


lunedì 3 ottobre 2011

Difficile fermare una guerrilla



di Eleonora Anello

Non sono lontani i tempi in cui vi parlavamo di una divertente campagna di ambient marketing promossa dal gruppo automobilistico tedesco Volkswagen, la più grande azienda automobilistica europea. Mentre allora veniva apprezzata per le ottime scelte di comunicazione ambientale, oggi Greenpeace ne svela il “lato oscuro”. Ed è subito detournement!

Gli instancabili di Greenpeace che della parodia hanno fatto la loro grande arma, sono riusciti a sfruttare la potenza mediatica degli avversari, mutando, sulla base delle informazioni a loro disposizione, il cliccatissimo spot di lancio della Passat. Il divertente video ufficiale vedeva un baby Darth Vader esercitarsi a spostare gli oggetti con la sola imposizione delle mani. Il contro video che ha dato il via alla campagna virale Volkswagen darkside invece svela il “vero” ruolo di Volkswagen e chiama a raccolta i ribelli. Secondo GP, la casa automobilistica piuttosto che impegnarsi nell’ideazione di autovetture più ecologiche, spende le sue energie in azioni di lobbyng per fermare l’innalzamento dei target di riduzione delle emissioni di gas serra nell’Unione Europea.

Parte dunque la guerrilla via web. Ed una volta partita, è difficile arrestare il suo divenire. Ma veniamo ai fatti. Il 28 giugno la versione inglese del video virale contro Volkswagen, in quel periodo il più condiviso al mondo, è stata rimossa da Youtube. La censura è stata voluta dai creatori della saga di Star Wars, la LucasFilmLtd, appellandosi al copyright.

Così, mentre il canale ufficiale degli ambientalisti è stato oscurato, la rete è insorta e i singoli utenti, allertati da messaggi su Facebook e Twitter, hanno continuato a condividere il video. Alla luce dei fatti, l’effetto è stato diametralmente opposto da quello sperato, se si considera che gli utenti hanno postato il video parodia più agguerriti di prima, spinti da maggiore convinzione e un’intensa determinazione.

«Quasi due milioni di persone hanno già visto il nostro video, che è un modo leggero per raccontare la verità su Volkswagen e sul modo in cui si oppone alle leggi per la salvaguardia del clima – commentava in quei giorni Andrea Boraschi responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia - Ci dispiace sia stato oscurato sul canale Youtube di Greenpeace International e su quelli di altri uffici nazionali di Greenpeace. Ci auguriamo che questa censura si interrompa presto dando di nuovo a tutti la possibilità di vedere ovunque il nostro video».

Al motto di “If you strike us down, we shall become more powerful than you could possibly immagine” ovvero “Se ci colpirai, diventeremo più potenti di quanto tu possa mai immaginare”, premonitrice frase proprio di Star Wars, il video spopola ancora in rete. Greenpeace ha così potuto contare su un esercito di milioni di Jedi che hanno scritto a VW e diffuso esponenzialmente la chiamata.