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giovedì 11 novembre 2010

Ma che fine ha fatto l'eco-design?


Non c'è alcun dubbio sul fatto che ce n'è da fare di strada per uscire dalla follia plastica. Un esempio ci arriva da un paio di modelli di borse usciti nelle collezioni di due case di moda, Chanel (foto) e Missoni che ci arrivano, rispettivamente, incastonate o inserite in contenitori di plastica che sono parte integrante dell'oggetto.
Viene da chiedersi se qualcuno ha informato questi originali stilisti che siamo sommersi dalla plastica che infesta i nostri mari e oceani, ridotti ormai a una sorta di minestrone tossico. Chissà se sanno che le sostanze chimiche tossiche contenute nella plastica sono già entrate nei nostri piatti e nel nostro organismo con gravi effetti sulla salute umana, e in particolare su quella degli organismi in crescita, come ormai documentano diversi studi scientifici.
Qualcuno ha informato questi grandi creativi che ci sono anche altri artisti come il fotografo Chris Jordan ma anche rampolli di famiglie ricchissime come David De Rothschild che, dopo aver visto con i propri occhi quanto inaccettabile è il disastro che abbiamo creato, si stanno spendendo per sensibilizzare e informare le persone sul danno irrecuperabile che abbiamo arrecato al pianeta con l'utilizzo insensato e fuori controllo che si è fatto della plastica e soprattutto nella produzione dell'usa e getta? Questo materiale versatile ed economico che ha reso la nostra vita più comoda ci presenta un conto che ci sta rivelando insostenibile.
Forse il fatto che il 97% degli albatri delle isole dell'atollo del Midway nel Pacifico, non sopravviva perché i pulcini soccombono a causa dell'ingestione di plastica con cui vengono imboccati sin dalla nascita, e che tutti gli oggetti ingeriti come tappi di bottiglia, accendini, spazzolini che hanno causato la loro morte tornino liberi come serial killer, di uccidere ancora, non ci basta per capire che dobbiamo cambiare lo stato delle cose?.
Forse perché la notizia non va sui giornali e rimane lontano dagli occhi e lontano dal cuore ? Ma anche se andasse sui giornali saremmo capaci di decifrarne il messaggio e reagire?
Qualcuno per cortesia informi quegli stilisti che ci sono anche loro colleghi che stanno pensando a come ridurre l'impatto degli imballaggi invece che a creare nuovi involucri e accessori superflui.
Un noto brand di calzature ha creato per le proprie scarpe un sacchetto riutilizzabile che sostituisce parte della scatola di cartone e l'utilizzo dello shopper per portare l'acquisto, un calzaturificio toscano ha realizzato la scatola in cartone riciclato certificato FSC che, grazie a una semplice maniglia, si trasforma in un pratico shopper. Queste sono goccie nel mare ma se noi lo permetteremo come consumatori, stilisti, politici, decisori aziendali, forse potrebbero nascere nuovi comportamenti e stili di vita non più basati sullo sfruttamento a breve termine del pianeta perché, alla fine, per il beneficio di pochi il conto lo paghiamo in tanti.

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