Se siete per il matrimonio “chiavi in mano”, scartate l’esempio di Annalisa e Diego. Loro hanno scelto le nozze «eque e sostenibili», che non inquinano, rispettano l’ambiente, sono autoprodotte e non hanno sponsor.
La festa di una coppia di «consumatori responsabili», dove non mancano bomboniere, confetti, il posto incantevole per la cerimonia, quello rustico e al tempo stesso romantico del ricevimento, ma il pranzo è vegetarian-vegano, con materie prime a chilometro zero (o quasi), le stoviglie e le posate di mater-bi, materiale ricavato dall’amido di mais e «biodegradabile in 80 giorni», i bicchieri portati da casa dagli invitati, «ma a chi non ce l’ha, ovviamente lo forniamo noi», e tutto s’ispira a un pensiero guida: «no allo spreco, sì al rispetto dell’ambiente e della salute e al riciclo».
«Un matrimonio così non nasce dal nulla - raccontano gli sposi -. nella vita di tutti i giorni cerchiamo il più possibile di sostenere un’economia rispettosa dell’ambiente, quindi, quando abbiamo deciso di sposarci, ci è sembrato strano fare scelte diverse da quelle che pratichiamo ogni giorno».
Fonte: Il Secolo XIX.it
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