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mercoledì 4 novembre 2009

Storico appello dlle statue capitoline


di Eleonora Anello









Le statue di Roma tornano a parlare. L’imperatore Augusto, Giulio Cesare, Giordano Bruno e Garibaldi si rivolgono al Presidente del Consiglio italiano, Silvio Berlusconi, e lanciano il loro monito: «Silvio, don’t be stupid. Save the climate».

A realizzare il sogno di Michelangelo ci ha pensato la campagna di Greenpeace Italia che in questi giorni ha animato le strade di Roma collocando accanto alle statue dei vistosi balloon. Pur utilizzando testimonial di grande reputazione, l’operazione vanta sicuramente costi contenuti e fa leva sull’effetto sorpresa che suscita nei passanti, soprattutto sfruttando la visibilità e la bellezza del patrimonio artistico, immagine ma anche simbolo.
Del resto, chi riuscirebbe a mettere in discussione le parole di Giordano Bruno quando afferma: «Berlusconi, non negare la scienza: salva il clima»? La campagna è stata ben studiata anche perchè ogni messaggio è stato modulato sulla personalità e il percorso storico del personaggio. Non a caso, infatti, Garibaldi afferma «Berlusconi, qui si salva il clima o si muore!», mentre Giulio Cesare spera di evitare che vengano sferrate altre coltellate.

I messaggi sono stati installati in vista del Consiglio Europeo di Bruxelles, tenutosi il 29 e il 30 ottobre, in cui sembra che l’Europa abbia trovato un compromesso sul problema del finanziamento per la lotta al riscaldamento del clima, una proposta comune, da presentare a Copenaghen. Greenpeace ha così chiesto al governo italiano di impegnarsi affinchè si agisca per contenere il global warming. Non essendo certa che il Presidente del Consiglio e gli altri leader europei si soffermino ad ammirare le statue, l’associazione ha fatto seguire all’azione una lettera formale.

Ma quella di rendere le statue parlanti non è una novità. Già nel XVI secolo i romani utilizzavano le statue per esprimere satiricamente il malcontento popolare nei confronti dei politici e della Chiesa. Dopo un periodo di pausa, le statue sono tornate ad affabulare nel XIX secolo, in occasione della visita di Hitler e successivamente di Gorbaciov. Le operazioni di propaganda golirdica si sono poi diffuse anche altrove. La notte del 21 giugno 2001, le Tute bianche hanno riportato le statue di Bologna alla loro vecchia funzione, quella di ammonire, lanciando appelli contro il G8 che si sarebbe tenuto di lì a poco a Genova. Ultimamente, le statue non si sono solo fatte sentire, a Berlino, nell’aprile del 2008, hanno indossato i bikini in un’azione contro il nudismo, mentre a Torino, Padova, Palermo e in altre città, hanno indossato le mascherine antismog per mano di diversi movimenti come Traffic Kills e associazioni ambientaliste come Terra! e Legambiente.

Il blitz di Greenpeace sembra avere sortito il suo effetto rimbalzando su tutti i media.

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